Posts contrassegnato dai tag ‘libro digitale’

Primi di settembre, quando ero piccina, significava tirare fuori i grembiuli blu dall’armadio, dar loro una rinfrescata e stirarli. Voleva dire riprendere gli orari invernali, niente più nascondino fino alle undici di notte ma a nanna presto, perchè da lì a pochi giorni si tornava a scuola. Ma soprattutto voleva dire passare in cartolibreria per scegliere il nuovo diario di scuola, forse unico oggetto personale insieme all’astuccio che ti accompagnava tutto l’anno in classe. Il profumo della cartolibreria. Il profumo dei quaderni nuovi, la carta bianco candido, le copertine da scegliere con cura. Che emozione quando, qualche giorno fa, ho visto una mamma che accompagnava la figlia piccolina che selezionava con attenzione i suoi quaderni a righe e a quadretti.

E poi i libri. Libri veri, a cui si sistemava una copertina di plastica trasparente perchè a fine anno fossero ancora nuovi. Libri da toccare, sfogliare, da portare con sé a casa e in aula, libri che identificavi con quello che c’era dentro: il libro di storia e geografia, l’antologia di italiano. L’odiatissimo libro di aritmetica. Ricordo perfettamente il formato delle pagine che ospitavano Pirandello, l’Orlando Furioso, la Seconda Guerra Mondiale, il capitolo sull’Europa.

Ho avuto un momento di smarrimento nel leggere le novità imposte dalla nuova riforma scolastica: la circolare n. 18 del 9 febbraio 2012 del Ministero della Pubblica Istruzione dice che “a partire dall’anno scolastico 2012/2013 i libri di testo  utilizzati dovranno essere realizzati in forma mista in parte cartacea e in parte in formato digitale, oppure saranno interamente  scaricabili da Internet”.

In formato digitale. O scaricabili da internet.

Ho sempre pensato che il libro fosse un bene prezioso, non una cosa da scaricare, manco fosse un form da compilare o un documento di lavoro. Con una forma, uno spessore, una grafica ben precisa, un’estetica. Colori e inchiostro. Non un malloppo di caratteri digitali senza consistenza.

Un libro pesa ed è più o meno grande, si sfoglia, si sottolinea e si pasticcia, ci si dimenticano dentro foglietti e fotografie, si usa per conservare un appunto o un volantino. Un libro digitale è l’ennesima icona dentro il tuo pc.

Trovo agghiacciante l’idea che l’istruzione dei ragazzi sia affidata a un documento da scaricare. Assurda la giustificazione dell’ “abbattere i costi dell’istruzione”, dato che se un libro digitale costa qualche euro in meno del cartaceo, il supporto per leggerlo (pc, tablet) non è certo gratis. Non ho figli, ma mi viene veramente in salita immaginare un bambino che si affeziona allo studio o alla lettura usando uno schermo.

E credo che la leggerezza con cui si decretino cambiamenti così decisivi nella formazione degli alunni non possa essere giustificata con un presunto progresso: la tecnologia fornisce strumenti per semplificare la vita, siamo sicuri che uno sconvolgimento così forte nelle tecniche di apprendimento (cioè passare da uno studio su un libro allo studio su un computer, con tutte le conseguenze cerebrali che comporta) sia  semplificarci la vita? Siamo sicuri che trasformare la conoscenza in qualcosa di “scaricabile”, che non abbia una precisa identità o forma, sia un bene? E’ veramente meglio sommergere i ragazzini di tecnologia, quando ancora abbiamo problemi di analfabetismo di ritorno, di dispersione scolastica, di disaffezione allo studio? Un paese si migliora davvero, digitalizzando tutto indiscriminatamente?

Non credo proprio. E comunque io non toglierei mai a un bambino il piacere di sfogliare, leggere, conoscere un libro vero.