Cagliari aderisce alla Giornata nazionale delle vittime civili delle guerre e dei conflitti nel mondo. Ma il nostro impegno non sia solo uno slogan

Pubblicato: febbraio 8, 2022 in In Consiglio comunale

Oggi il Consiglio comunale di Cagliari ha votato a favore del documento “Giornata nazionale delle vittime civili delle guerre e dei conflitti nel mondo” istituita dal Parlamento nel 2017, e ha aderito all’invito dell’Associazione Nazionale vittime civili di Guerra per esporre lo striscione “Stop alle bombe sui civili”.

Ho ringraziato il sindaco per aver portato questo documento davanti al Consiglio (qui la mozione), anche per ribadire ancora una volta che il nostro paese, la nostra città ripudiano la guerra come già sancisce chiaramente la Costituzione. E noi cagliaritani lo sappiamo bene, dato che la città porta ancora i segni dei bombardamenti del 1943 e il dolore per la morte di oltre mille persone.

Però esporre un manifesto con lo slogan “Stop alle bombe sui civili” non basta, e non basta ricordare le vittime ogni 1 febbraio.

Da anni decine di inchieste giornalistiche, associazioni per i diritti umani come Amnesty International e Rete della pace, movimenti pacifisti e antimilitaristi sardi, ambientalisti, parlamentari come Roberto Cotti hanno documentato come le migliaia di vittime civili della guerra in Yemen, in corso dal 2015, siano state uccise dalle bombe sganciate da una coalizione guidata dall’Arabia saudita e prodotte dallo stabilimento RWM di Domusnovas: uno stabilimento a pochi chilometri da casa ha creato le armi usate su una popolazione inerme, su ospedali, scuole, famiglie e bambini. L’origine sarda delle bombe in Yemen è stata confermata anche dalla relazione dell’Onu del 2017.
Lo sappiamo, eppure spesso ci voltiamo dall’altra parte.
Ci voltiamo quando ignoriamo che il Governo, violando la legge 185 del 1990, nel 2016 ha autorizzato la vendita di armi dall’Italia verso l’Arabia saudita;

Ci voltiamo quando giustifichiamo la produzione di armi a Domusnovas con la disoccupazione, la crisi economica in nome della quale consentiamo che lavoratori e lavoratrici siano impiegati nella produzione di materiale bellico a un passo da casa nostra.

Ci voltiamo quando ignoriamo che vicinissimo al palazzo del Consiglio comunale, dove noi esponiamo lo slogan Stop alle bombe sui civili, appena tre anni fa passavano i tir che trasportano materiale bellico dalla Rwm di Domusnovas verso il Porto Canale. Non sono ipotesi, ma fatti ben documentati dalla Rete italiane per il disarmo, dalla rete A Foras, dal Comitato per la riconversione della Rwm. Nel gennaio 2020 avevo chiesto chiarimenti al sindaco e alla giunta con un’interrogazione, allora l’assessore alla Viabilità mi rispose che si, ne era a conoscenza, ma che l’amministrazione comunale non ha competenza in merito e non può vietare il passaggio e il trasporto di questi tir carichi di bombe. Mi aspettavo allora una presa di posizione decisa contro l’uso delle bombe prodotte in Sardegna in Yemen, come ha fatto la precedente amministrazione che si era espressa chiaramente per la pace e contro la guerra con un ordine del giorno, e invece niente. Questa presa di posizione arriva oggi, finalmente.

Ecco io chiedo che con questo atto il Comune di Cagliari aderisca alla campagna Stop alle bombe sui civili, ma che sia una vera presa di coscienza del fatto che anche nel nostro quotidiano possiamo fare qualcosa, possiamo sostenere davvero le popolazioni colpite dai conflitti anche a casa nostra. Come? Sostenendo ad esempio i progetti di riconversione della Rwm, sostenendo le attività che hanno aderito alla rete War Free liberu dae sa gherra, o semplicemente facendosi portavoce di un’idea di Sardegna diversa e rispettosa dell’ambiente, della pace, della dignità dei lavoratori e delle lavoratrici.
Solo così l’adesione a questa campagna non sarà puramente di forma ma sarà un impegno vero e concreto.

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