Il Cagliaritano. Sfoghi in rete e qualunquismo

Pubblicato: Maggio 31, 2013 in attualità

Leggevo nei giorni scorsi lo “sfogo” di un cantante cagliaritano, Diablo, che parla della sua “Cagliari che mi piace sempre meno”. La nota, pubblicata su http://www.cagliarifornia.eu, in sostanza contiene un elenco di cose che all’autore non vanno giù: la città “E’ sempre più vuota e triste. Non ha ambizioni e non reagisce. E’ stupida, inerte, autistica, cocainomane, ottusa, illusa, povera, anoressica, vanitosa e impotente. La bellezza dei suoi angoli è sopraffatta dalla bruttezza di chi la vive: noi”. I Cagliaritani secondo questo post sarebbero ciarlatani, borghesi, imbroglioni, piccoli, maleducati, sguaiati, ipocriti e tante altre cose poco simpatiche.

Da blogger so bene che chi scrive in uno spazio personale come un blog o una pagina facebook non ha la pretesa di scolpire sulla pietra una verità assoluta, non ha ambizione di tracciare un quadro oggettivamente valido per tutti né di accontentare le masse, sta solo scrivendo una sua opinione.

Quello che mi lascia perplessa è che l’autore non è un sedicenne armato di tastiera e connessione internet, ma un adulto che vive e conosce la sua città, la scena musicale e culturale, il suo tessuto sociale, e che una persona che si chiama artista si sia lasciato andare a uno sfogo superficiale, leggero,  qualunquista. In sua difesa è comparso sullo stesso sito un altro post che invita a “prendere maledettamente sul serio lo sfogo di Diablo” e a preoccuparsi davvero per i giovani cagliaritani.

Beh, io mi guardo intorno, e mi viene davvero difficile scorgere “commercianti imbroglioni, ricchi della porta accanto, cagliaritani che non vogliono vedere che i loro figli sono tossicodipendenti”. O meglio, né più né meno che in qualsiasi altra città del mondo, dove la società umana ha generato realtà diversissime, buone e cattive che convivono assieme, poveri e ricchi, onesti e imbroglioni. Perché Diablo invece riesce a scorgere, concentrate in una città sola, la nostra, tutte le umane perversioni, e in misura così pesante da dover scrivere uno sfogo pubblico in rete? Mi chiedo se il suo sguardo non sia rivolto solo verso un pezzetto di società, se abbia tralasciato tutto il resto che fa di Cagliari e dei suoi abitanti una città non speciale, non meravigliosa e fantastica, ma un posto come tanti in cui vivere, con pregi e difetti, con persone belle e brutte, cocainomani e non, commercianti e disoccupati, creativi e nullafacenti. Preoccuparsi per le nuove generazioni cagliaritane? Forse dovremo preoccuparci per le nuove generazioni e basta, cercando di rendere migliore per quanto possiamo l’angolino che abbiamo scelto come casa nostra senza sputarci sopra veleno manco fosse l’inferno.

commenti
  1. Monica ha detto:

    Pienamente d’accordo, tra l’altro oltre ad avere riportato il luogo comune del cagliaritano gaggio ne ha inventato pure di nuovi che non verrebbero in mente neanche in una serata in cricca da molto sballati giocando a chi la spara più grossa…i FAMOSISSIMI COMMERCIANTI IMBROGLIONI DI CAGLIARI … Dovrebbe farsi un giro in Campania dove se non sta attento mangia tramezzini alla muffa, o a Venezia dove è noto che fanno pagare le cose 5 volte tanto se non si è del luogo, sono caratteristiche note e riscontrate da chiunque, non un episodio personale che si estende come teorìa generale.

  2. fbanana ha detto:

    Diablo voleva fare il figo col suo pubblico di pivelle e si è ritrovato preso sul serio

  3. arrevexio ha detto:

    Tutta questione di prospettive personali e generali. Da un punto di vista generale potrei anche essere d’accordo sulla noia dilagante, sulle poche iniziative interessanti lato “alternative”, sul fatto che la gente necessita di divertimenti banali e commerciali per vivere meglio et similia ma tutto cambia se si riflette sulle proprie prospettive. Parla uno che per più di dieci anni ha proposto serate in tanti locali e fornito divertimento quasi a costo a zero ad altrettante persone. Continuo a promuovere gli artisti della mia città che ritengo validi attraverso mostre e rassegne nei centri comunali d’arte e non solo, trovo così i miei stimoli creativi personali. La movida, Le Hogan, La cocaina? Tutte cose che non mi hanno mai riguardato e tantomeno mi interessano ora. Se non si ha voglia di storcere il naso e sputare nel piatto in cui si è abbondantemente mangiato basta non uscire di casa o limitare le uscite a cene carine con le poche persone che meritano di essere chiamate amici in posti non considerati cool al momento. E si, perchè quando ci si circonda di ciarpame umano senza nè capo nè coda, come è capitato anche a me, basta eliminare il male alla radice ed evitare posti, gentaglia e polemiche. Esistono gli aerei che mi fanno viaggiare e andare in luoghi dove trovo il divertimento su misura per me senza troppo sforzo e dove dalla gente non mi aspetto niente se non cordiale gentilezza. Basta buttare alle ortiche gli pseudo amici, gli ingrati, gli ignoranti, gli inutili senza personalità e cercare prospettive diverse. Certo se a 40 anni suonati si vuol fare ancora i personaggi in giro nei locali del cagliaritano il quadretto che ne emerge è a dir poco patetico e non si può che restare delusi. Detto ciò a Cagliari c’è davvero parecchia gente inutile e al mondo senza motivo ma altrettanti creativi in tutti i campi che vanno rispettati per il loro contributo…tutto sta nella direzione in cui si decide di guardare!

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